OMG! Electra demolisce Will con sei parole di pura sofferenza

OMG! Electra demolisce Will con sei parole di pura sofferenza

“Non sei più il mio amore”

La stanza era silenziosa, ma il silenzio non era sereno. Era pesante, carico di sospetti, di ombre che si allungavano come catene invisibili tra le pareti. Electra fissava Will, i suoi occhi azzurri tremanti, incapaci di trovare un appiglio nello sguardo dell’uomo che amava. Il cuore le martellava nel petto, ogni battito come un urlo che voleva esplodere ma che rimaneva intrappolato.

Aveva aspettato quel momento con una strana miscela di speranza e paura. Dentro di sé, un frammento di lei continuava a desiderare che tutto fosse solo un malinteso, un pettegolezzo malintenzionato, un equivoco nato dalla crudeltà di chi si diverte a seminare discordia. Ma la verità, come una lama sottile, stava per tagliare via ogni illusione.

Will distolse lo sguardo. Era il gesto più eloquente, la confessione muta che non aveva bisogno di parole. Electra inspirò profondamente, le mani che si serravano a pugno come per trattenere insieme i pezzi del proprio cuore.

— Dimmi che non è vero. — La sua voce era roca, incrinata da un’emozione che non riusciva più a domare.

Will esitò, ma il silenzio parlò prima di lui. Non ci fu bisogno di spiegazioni, di giustificazioni frettolose o di mezze verità. Electra capì. Tutto il suo mondo si ruppe in quell’istante, e le schegge di quel dolore le bruciarono dentro.

Un brivido le percorse la schiena, e con una calma che era solo apparente, pronunziò quelle sei parole che sarebbero rimaste per sempre impresse nella memoria di entrambi:

“Non sei più il mio amore.”

Le disse lentamente, scandendole come se fossero un verdetto irrevocabile. Sei parole semplici, ma cariche di un dolore che nessun urlo avrebbe mai potuto esprimere. Will sollevò lo sguardo verso di lei, improvvisamente pallido, come se quelle parole lo avessero trafitto più di qualsiasi accusa.

Electra non pianse subito. Le lacrime sarebbero arrivate dopo, quando la solitudine l’avrebbe avvolta e non ci sarebbe stato più nessuno a vederla crollare. In quel momento, però, il suo orgoglio la sosteneva, un’armatura fragile ma indispensabile.

— Electra… — balbettò Will, tendendo una mano verso di lei. — Io… ho commesso un errore. È stato uno sbaglio, solo una volta, non significa nulla…

— Nulla? — lo interruppe lei, e il suo tono era più tagliente di qualsiasi lama. — Hai distrutto tutto quello che significava tutto per me. E mi dici che non significa nulla?

Ogni parola era un colpo, una fiamma che ardeva nel gelo della stanza. Electra lo guardava come si guarda uno sconosciuto. Non vedeva più l’uomo che l’aveva fatta ridere, che aveva sussurrato promesse sotto le stelle, che aveva giurato di esserci sempre. Tutto ciò era svanito, sostituito da una figura fragile, codarda, incapace di affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

Will cercò di avvicinarsi, ma Electra fece un passo indietro. Non poteva sopportare il suo odore, la sua presenza, il ricordo della sua pelle contaminata da un’altra. Ogni cosa di lui le sembrava estranea, come se un velo fosse caduto e l’avesse finalmente visto per quello che era davvero.

— Sai qual è la cosa peggiore? — disse lei, la voce ferma ma bassa, come se stesse parlando più a se stessa che a lui. — Non è il tradimento. È che non ti ho riconosciuto mentre mentivi. E io… ti credevo.

Quelle parole trafissero Will più di qualsiasi urlo. Abbassò lo sguardo, incapace di sostenere la verità che lei gli stava sbattendo in faccia. Sapeva che non c’erano scuse, non c’erano ritorni possibili.

Electra si voltò lentamente verso la porta. Ogni passo era una lotta tra il desiderio di correre via e la forza di restare dignitosa fino alla fine. Con la mano sulla maniglia, si fermò un istante. Non si voltò a guardarlo, non gli concesse l’ultima illusione di uno sguardo. Parlò con calma, quasi un sussurro:

— Ricordati, Will. Sei parole, e niente sarà più come prima.

Aprì la porta e se ne andò. La stanza rimase vuota, riempita solo dal peso di ciò che era stato detto e da quello che non sarebbe mai più stato.

Will rimase immobile, le sei parole di Electra che rimbombavano nella sua mente come un’eco infinita:

“Non sei più il mio amore.”

Un dolore che nessuna giustificazione avrebbe mai cancellato.


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“Non sei più il mio amore” La stanza era silenziosa, ma il silenzio non era sereno. Era pesante, carico di sospetti, di ombre che si allungavano come catene invisibili tra le pareti. Electra fissava Will, i suoi occhi azzurri tremanti, incapaci di trovare un appiglio nello sguardo dell’uomo che amava. Il cuore le martellava nel…

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